13
Ago
Il Pomodorino di Corbara viene coltivato nel cuore dell’estate senza essere mai annaffiato. Stiamo dunque parlando di un concentrato di sapore e di salute, di una pianta che riesce a produrre questo straordinario prodotto, nonostante, lo sottolineiamo, l’assoluta mancanza di irrigazione.
Caratteristiche più uniche che rare (ecotipo locale) e selezione naturale secolare dovuta alle caratteristiche del territorio: il Corbarino si coltiva in terrazzamenti strappati alla collina, a quei terreni vulcanici pedemontani, alle pendici dei Monti Lattari, dove il terreno regala alla pianta molti minerali importanti, grazie alle sue origini vulcaniche, ecco perché ‘figlio del fuoco‘, il clima è straordinario, godendo delle brezze che spirano dalle vicine vette dei Monti Lattari, e approfittando anche delle brezze di mare provenienti dalla costa, la Costiera Amalfitana.
Ma il sole è il vero “motore” di questo prodotto, ecco perché ‘figlio del sole‘. Un territorio comunque impervio, che ancora oggi non permette ad acqua e spesso a strade di raggiungere i campi coltivati, e ancora oggi tutto il lavoro dei contadini è fatto a mano, arrivando su questi terrazzamenti a piedi, e riportando sempre a piedi, fino alla più vicina strada, i pomodori raccolti.
Come è riuscita a resistere una agricoltura così eroica? Il Corbarino è un prodotto che stava di fatto rischiando di scomparire. 10 anni fa la Regione Campania parte con un progetto di recupero di alcuni prodotti tipici tra cui questo. I contadini non riuscivano a tenere il confronto con altri pomodori che venivano da fuori e costavano molto meno. Questo è un pomodoro con una resa più bassa e che richiede molto più lavoro. Si era al punto che i contadini vedevano svilito il proprio lavoro e l’economia del Corbarino non reggeva.
L’idea di Carlo D’Amato è stata quella di pagare i contadini prima, dare dunque un acconto sulla produzione futura. Così i contadini hanno riacquistato fiducia e sono ritornati alla terra, rendendosi conto che con un paio di mesi di lavoro riuscivano comunque ad incrementare la propria economia di quei 3-4 mila euro, sfruttando inoltre terreni non sfruttabili altrimenti. Ciò che è straordinario è che la maggior parte dei contadini sono anziani e questo a dimostrazione del profondo legame che si vive con questo prodotto. Sono purtroppo pochi i giovani disposti al sacrificio.