I Sapori di Corbara

Ecco a voi Sua Maestà il Pomodorino di Corbara!

Pomodorini Corbarini

Pomodorini Corbarini

Il Pomodorino di Corbara viene coltivato nel cuore dell’estate senza essere mai annaffiato. Stiamo dunque parlando di un concentrato di sapore e di salute, di una pianta che riesce a produrre questo straordinario prodotto, nonostante, lo sottolineiamo, l’assoluta mancanza di irrigazione.

Caratteristiche più uniche che rare (ecotipo locale) e selezione naturale secolare dovuta alle caratteristiche del territorio: il Corbarino si coltiva in terrazzamenti strappati alla collina, a quei terreni vulcanici pedemontani, alle pendici dei Monti Lattari, dove il terreno regala alla pianta molti minerali importanti, grazie alle sue origini vulcaniche, ecco perché ‘figlio del fuoco‘, il clima è straordinario, godendo delle brezze che spirano dalle vicine vette dei Monti Lattari, e approfittando anche delle brezze di mare provenienti dalla costa, la Costiera Amalfitana.
Ma il sole è il vero “motore” di questo prodotto, ecco perché ‘figlio del sole‘. Un territorio comunque impervio, che ancora oggi non permette ad acqua e spesso a strade di raggiungere i campi coltivati, e ancora oggi tutto il lavoro dei contadini è fatto a mano, arrivando su questi terrazzamenti a piedi, e riportando sempre a piedi, fino alla più vicina strada, i pomodori raccolti.
Come è riuscita a resistere una agricoltura così eroica? Il Corbarino è un prodotto che stava di fatto rischiando di scomparire. 10 anni fa la Regione Campania parte con un progetto di recupero di alcuni prodotti tipici tra cui questo. I contadini non riuscivano a tenere il confronto con altri pomodori che venivano da fuori e costavano molto meno. Questo è un pomodoro con una resa più bassa e che richiede molto più lavoro. Si era al punto che i contadini vedevano svilito il proprio lavoro e l’economia del Corbarino non reggeva.

L’idea di Carlo D’Amato è stata quella di pagare i contadini prima, dare dunque un acconto sulla produzione futura. Così i contadini hanno riacquistato fiducia e sono ritornati alla terra, rendendosi conto che con un paio di mesi di lavoro riuscivano comunque ad incrementare la propria economia di quei 3-4 mila euro, sfruttando inoltre terreni non sfruttabili altrimenti. Ciò che è straordinario è che la maggior parte dei contadini sono anziani e questo a dimostrazione del profondo legame che si vive con questo prodotto. Sono purtroppo pochi i giovani disposti al sacrificio.